Comunicato di Anpi Benevento sul comizio di Forza Nuova

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Per domenica 25 gennaio 2018 è stato preannunciato a Benevento in piazza Risorgimento un comizio di Forza Nuova, autorizzato dalla Prefettura.

L’ANPI Provinciale di Benevento esprime preoccupazione per i rigurgiti fascisti e razzisti che stanno emergendo e che trovano espressione in movimenti di estrema destra presenti nelle competizioni elettorali del prossimo 4 marzo. Come già chiesto nell’appello “Mai più fascismi”, nel richiamare alle proprie responsabilità tutti i livelli delle Istituzioni affinché si attui pienamente la XII Disposizione della Costituzione (“É vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”) e si applichino integralmente le leggi Scelba e Mancino, ribadisce l’invito alle autorità competenti a sciogliere le organizzazioni neofasciste o neonaziste che mettono a rischio la tenuta democratica dello stato.

L’ANPI provinciale è, comunque, fiduciosa che la società civile beneventana saprà rispondere con senso di responsabilità e fedeltà ai valori antifascisti, prendendo le distanze da tutte quelle formazioni che si pongono in aperto contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza.

Nel nostro Paese, già in passato, la debolezza dello Stato rese possibile un’avventura che portò autoritarismo, guerra e distruzioni con l’ignominia, mai cancellata, delle leggi razziali, di cui quest’anno cade l’ottantesimo anniversario. Benevento reagisca pacificamente, con civiltà ma fermezza e convinzione antifascista alla presenza di forze chiaramente negatrici dei valori di solidarietà, di libertà e di democrazia e si unisca idealmente nella comune difesa dei principi costituzionali e nella custodia dei diritti fondamentali dell’essere umano e del cittadino.

di ANPI BENEVENTO

 

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Rinviato il seminario di venerdì 23 febbraio

Il sesto appuntamento con i seminari Anpi è stato rinviato per una serie di motivi concomitanti.
L’incontro, dal titolo Alcune riflessioni sulla filosofia dell’hitlerismo: quando l’etica non è fondamento del diritto e della politica, si terrà venerdì 16 marzo alle 17,30 presso il salone “Di Vittorio” della Cgil di Benevento.

di ANPI BENEVENTO

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Venerdì 23 febbraio il sesto incontro dei seminari Anpi

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Presso il salone “Di Vittorio” della CGIL di Benevento venerdì 23 febbraio alle ore 17.30 il sesto incontro dei seminari Anpi promossi dall’Officina di studi storico-politici Maria Penna.
L’intervento, che sarà tenuto da Dario Melillo, ha come titolo “Alcune riflessioni sulla filosofia dell’hitlerismo”: quando l’etica non è a fondamento del diritto e della politica.

di ANPI BENEVENTO

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Manifestazione nazionale – Roma, 24 febbraio 2018

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Giovanni Cerchia su antifascismo e Resistenza nel Mezzogiorno

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Venerdì 9 febbraio alle 17.30 presso la sala Di Vittorio della Cgil l’Anpi di Benevento ha avuto il piacere e la fortuna di poter ospitare il professore Giovanni Cerchia, docente di storia contemporanea all’università del Molise.
Il professore Cerchia ha presentato al pubblico presente in sala, attraverso un intervento che ha suscitato un interessante dibattito conclusivo, i risultati di anni di ricerche confluite nell’opera La memoria tradita. La Seconda guerra mondiale nel Mezzogiorno d’Italia, Edizioni dell’Orso.
Il lavoro, che si è avvalso di numerosi documenti reperiti da archivi italiani e stranieri, pone al centro la questione della nostra identità nazionale che come scrive Cerchia “non è un dono della natura, un oggetto forgiato una volta e per sempre nelle officine della creazione”; l’identità, al contrario, è una categoria scivolosa, un meccanismo fragile, un sentimento, ma come ogni sentimento che si rispetti è capace di muovere il mondo, determina il nostro agire.
Questo sentimento è prodotto dalla memoria e per questo motivo l’identità degli italiani di oggi pone le sue radici nel ricordo di ciò che siamo stati nella seconda guerra mondiale, in tutto l’arco temporale della guerra e non solo nella sua fase conclusiva. Infatti, per troppo tempo la nostra Repubblica ha fondato la propria legittimità su antifascismo e Resistenza, su ciò che di meglio gli italiani hanno prodotto dall’unità ad oggi, senza tuttavia guardarsi dentro, senza fare luce su ciò che, invece, è stato il periodo che va dal 1940 al 1943. Infatti, ci siamo autoassolti, abbiamo costruito l’immagine di “italiani, brava gente”, abbiamo volutamente dimenticato e coperto il nostro ruolo di esecutori, carnefici, occupatori.
 Ci siamo dipinti e ritratti – scrive ancora Cerchia – “come guerrieri riluttanti, fascisti senza convinzione, eroi per caso”, abbiamo offerto a noi stessi e agli altri un’immagine tenera, gente buona costretta dalla sorte a fare quel che ha fatto, per riscattarci dal nostro passato nero.
In tutto questo processo di cancellazione e rivisitazione uno degli esiti più gravi è stato il “depennamento del Mezzogiorno dal racconto della Liberazione e della Resistenza”. Il Mezzogiorno, ha invece affermato con forza Giovanni Cerchia, ha espresso un livello di sofferenza inimmaginabile per il resto del paese. Si pensi, ad esempio, al fatto che la città più bombardata d’Italia è stata Napoli colpita in più riprese da inglesi, americani e tedeschi e che tutto il Mezzogiorno ha subito tanti di quei bombardamenti da far parlare di una “questione meridionale dei bombardamenti”.
Dalle carte, dunque, emerge che il Mezzogiorno non è affatto assente, ma semplicemente diverso: ad una prima fase sostanzialmente di resistenza patriottica durante la quale la guerra è stata fatta da soldati che privi di ordini hanno provato a resistere si è passati ad una seconda fase nella quale anche i civili hanno cominciato a combattere. Dopo Napoli sono insorte le altre città meridionali sempre con il connubio civili-militari. Questa diversità del Mezzogiorno, conclude Cerchia, ci deve far parlare anche per il sud Italia di Resistenza, senza paura di sbagliare e senza alcun timore di poter essere smentiti.
Nel meridione i comandi tedeschi ricevettero nuove regole di ingaggio, le stesse che la Wehrmacht utilizzò sul fronte orientale: fare terra bruciata, togliere tutte le risorse al territorio proprio per fiaccare ogni tentativo di resistenza e procacciarsi gli “schiavi” per costruire le linee di difesa contro gli alleati. La quasi totalità delle stragi naziste nel sud Italia avvenne dopo il settembre del 1943 quando ci fu un’ulteriore estremizzazione delle rappresaglie e si verificarono i principali eccidi in Terra di Lavoro, da Bellona a Conca della Campania.
Quelle stragi sarebbero dovute diventare il “perno di un ripensamento dell’identità regionale, una leva per riorganizzare le reti del potere politico e sociale dell’intero Mezzogiorno. Non è stata, non poteva essere, e non si volle che fosse come Marzabotto”.
La nostra storia, ha continuato Cerchia, è stata questa: una storia difficile, complicata, tormentata. 
Perchè è stata dimenticata? La risposta è da rintracciare in ragioni di carattere endogeno: ricostruire le linee di continuità nella filiera del potere da parte dei notabili liberali passati al fascismo e poi riciclatisi repubblicani.
In altri termini “si scelse di garantire una lineare continuità degli assetti economico-sociali e delle vecchie classi dirigenti, alle quali, in cambio di sostegno in funzione anticomunista, si prometteva di condonare i molti anni trascorsi all’ombra del fascio littorio. Non a caso, la stessa celebrazione del 25 aprile, data simbolo di una Repubblica fondata sui valori della Resistenza e dell’antifascismo, venne quasi dimenticata per un intero decennio, relegata ai margini dell’iniziativa e degli interessi del governo”. Oggi, grazie anche al lavoro importante di tanti storici e giovani ricercatori, c’è una nuova cornice nella quale poter inserire e dare senso alle tante vicende singole, individuali che altrimenti sarebbero rimaste senza voce e incomprensibili. Questa chiarezza, questa luce – ha concluso Cerchia – ci dà così il diritto di sapere la verità, ma al tempo stesso si manifesta nella forma di un moderno imperativo etico che ci  impone di ricordare.

Il prossimo appuntamento dei seminari dell’Anpi promossi dall’Officina di studi storico-politici “Maria Penna” è per venerdì 23 febbraio alle 17.30 con un intervento di Dario Melillo su Alcune riflessioni sulla filosofia dell’hitlerismo: quando l’etica non è a fondamento del diritto e della politica.

di Dario Melillo

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Tesseramento Anpi, buona la prima

Alcune immagini di domenica 4 febbraio che ha visto la partecipazione di tante donne, uomini e giovani alla giornata nazionale del tesseramento 2018.
La Resistenza e la Costituzione sono patrimonio comune e fondamenta della nostra società democratica, per questo l’Anpi di Benevento invita tutti gli antifascisti e democratici sanniti a stringersi attorno alla nostra associazione per dare vita ad una rinnovata stagione di impegno per la libertà, la solidarietà e la convivenza civile.

Il tesseramento è sempre aperto. Per info benevento@anpi.it

di ANPI BENEVENTO

 

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Dichiarazione della Presidente Nazionale ANPI

Luca Traini, l'autore della sparatoria

Luca Traini, l’autore della sparatoria

 
Quello che si è compiuto oggi a Macerata è un gravissimo atto di terrorismo razzistico. Colpire persone inermi e incolpevoli è una barbarie che contrasta con elementari norme di civiltà e umanità. La condanna sia unanime e forte da parte di tutte le forze politiche. Nessuno si senta escluso dal presidiare la democrazia e i principi fondamentali della convivenza civile. Massima solidarietà alla comunità maceratese dall’ANPI. Il fascismo di ritorno, troppo spesso tollerato, va contrastato
con chiarezza e fermezza. Ora basta.

di Carla Nespolo
Presidente Nazionale ANPI

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Domenica 4 febbraio la giornata del tesseramento

campagna tesseramento 2018 corso garibaldi

di ANPI BENEVENTO

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Giorno della Memoria

«Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo»
Sami Modiano, Per questo ho vissuto. La mia vita ad Auschwitz-Birkenau e altri esili, Bur Rizzoli

di ANPI BENEVENTO

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Campagna tesseramento 2018

ESE MANIFESTO TESSERAMENTO WEB

Il 4 febbraio prossimo, domenica  – dalle 10 alle 13 a corso Garibaldi, nei pressi del Palazzo del governo – parteciperemo alla  giornata nazionale del Tesseramento 2018 e raccoglieremo le firme di adesione  al documento “Mai più fascismi”.

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