Venerdì 8 marzo saremo in strada per il corteo promosso e guidato dalla rete cittadina di Non Una Di Meno.
Qui di seguito vi proponiamo il testo dell’appello per la costruzione dello sciopero femminista cittadino.
“Anche quest’anno ricorre l’otto marzo e anche quest’anno ci prepariamo ad incrociare le braccia e a liberare il nostro tempo!
Facendoci forza di un movimento femminista globale che -in poco più di due anni- ha saputo mettere al centro dell’agenda e del dibattito politico, dentro e fuori i movimenti, la questione di genere, trasformandola nell’elemento propulsore di una tensione trasformatrice totalizzante; di un movimento nazionale trasversale e propositivo, che sta rinnovando l’armamentario teorico e pratico del vecchio femminismo nostrano, producendo, nel contempo, una nuova forma politica; forti di un grido e di un marchio, “Non una di meno”, che, con la sua potenza immaginifica, attraversa oceani ed oltrepassa confini, anche quest’anno, proviamo a risignificare una data troppo a lungo ridotta a vuota celebrazione retorica: lo facciamo con lo sciopero dalla produzione e riproduzione sociale, dai ruoli di genere, da una normalità sempre più disumana ed escludente, da una normalità che ci vittimizza e strumentalizza.
Scioperiamo da ogni attività lavorativa, formale od informale, gratuita o retribuita. Scioperiamo dalle dimissioni in bianco, dal lavoro nero, scioperiamo dalla disparità salariare tra uomo e donna (che varia tra il 20% il 40% in base all’ambito professionale), dai ricatti sessuali e dalle molestie sui luoghi di lavoro, da quel lavoro di cura disconosciuto che ancora troppo spesso grava sulle nostre spalle.
Scioperiamo dai ruoli di genere, quelli che ci imprigionano e che, in un cerchio che si chiude quasi naturalmente, alimentano la violenza e si nutrono della violenza stessa; dalla sempreverde cultura dello stupro.
Scioperiamo contro violenza di genere, che è strutturale, perché attraversa sistematicamente ogni ambito della nostra vita, dal lavoro alla scuola, dalle relazioni ai tribunali, dalla famiglia agli ospedali.
Scioperiamo contro la violenza fisica e psicologica che subiamo nelle strutture sanitarie, dove-non ci stancheremo mai di ripeterlo! – l’alto tasso di medici obiettori (soprattutto al Sud) , il difficile accesso alla pillola Ru486 e la pressante presenza dei prolife -che parte del nuovo governo prova ad incentivare!-rendono l’iter per l’aborto una corsa ad ostacoli, privandoci così della libertà di scegliere sui nostri corpi!
Scioperiamo contro violenza che subiamo in quanto donne, che non ha colore della pelle e da chi vorrebbe convincerci del contrario, contro chi specula sulla nostra pelle per legittimare politiche securitarie e razziste; di narrazioni tossiche che associano, in un automatismo becero quanto pericoloso, violenza sulle donne ed immigrazione non ne possiamo più!
Scioperiamo contro il governo del “cambiamento” e le sue manovre liberticide, che “cambiano”, ma in peggio, la vita delle donne e di tutte le marginalità sociali; scioperiamo contro la Legge Salvini, il DL Pillon, le mozioni antiabortiste targate Lega che, partendo da Verona, stanno provando ad imporsi su tutto il territorio nazionale, perché vi riconosciamo un complessivo disegno patriarcale, razzista ed autoritario, un piano in cui riecheggia l’avanzata delle Destre Reazionarie, in Europa come nel mondo.
Scioperiamo contro la chiusura o lo svilimento degli spazi delle donne, che da sempre costituiscono luoghi di riappropriazione materiale e simbolica, di consapevolezza e fuoriuscita dalla violenza; scioperiamo contro lo sgombero degli spazi sociali, che da sempre rappresentano presìdi di solidarietà e libertà sul territorio;
Insomma: Scioperiamo tutto! Spezziamo, per 24 ore, una consuetudine che ci opprime, che ci fagocita, che ci vorrebbe mansuete e silenziose. Produciamo una piccola crepa, tutte insieme! Stringiamo relazioni per produrne di nuove, più significative!
Scioperiamo contro l’indirizzo politico espresso chiaramente dal nuovo esecutivo e proviamo a dettarne un altro, più umano, egualitario, femminista. A partire da questo otto marzo, a partire da noi, a partire dalla nostra città.
Ti aspettiamo per costruire assieme la giornata dell’Otto marzo, ma soprattutto per riprendere a ragionare, da una prospettiva femminista, sui tempi bui che corrono ed elaborare strategie di Resistenza”.
di ANPI Benevento