Sono più di vent’anni che conservare la memoria della Resistenza è diventata una pratica complessa e difficile.
Sono più di vent’anni che, in questo paese – che, con la memoria, ha sempre avuto un rapporto difficile – si sta tentando l’operazione-rimozione per cui revisionismo equivale spesso a negazionismo.
Sono più di vent’anni che da molte parti si cerca di riversare tutto in una padella capiente, per friggere la solita frittata, alla consueta maniera che è quella tutto mescolare e tutto imbrogliare. E, alla fine, chi s’è visto s’è visto.
Ora nessuno pensa di mettere in dubbio il profondo valore del culto dei morti. Come c’insegna il nostro grande Vico, il rispetto dei morti segna il passaggio dalla ferinitas all’humanitas.
Però noi non possiamo dimenticare che le scelte compiute da vivi vanno storicamente giudicate e la scelta di Giuseppe Crocco, o la scelta di Maria Penna e di tutti quelli che, come loro, non ebbero dubbi da quale parte stare, non potranno mai essere valutate giuste, equiparate a quella di chi lottò con coloro che stavano facendo Auschvitz …
Resistere al fascismo, oggi, significa resistere alle ideologie dei muri, della xenofobia, della paura del diverso, resistere a tutti quei fenomeni, cioè, che stanno diventando veri e proprio programmi politici attraverso cui forze e movimenti sfruttano le paure e il disagio provocati dalle profonde trasformazioni in atto.
Ricordare la Resistenza, oggi, significa continuare a testimoniare (e raccontarlo con rigore scientifico ai più giovani) come essa debba essere considerata il miro portante della Costituzione repubblicana, che quest’anno raggiunge, in ottima salute, i settant’anni e che aspetta ancora di essere pienamente attuata.
Questo, dunque, insegnano, ancora oggi, i vecchi partigiani. Questo ci ha insegnato Alfredo Festa, che, nel dicembre scorso, ci ha lasciato e questo, il 25 aprile dell’anno passato, sotto una pioggia incalzante, testimoniò, ancora una volta a tutti noi.
E’ questa la nostra missione. E a tale scopo servirà lo spazio che, da oggi, mettiamo a disposizione della nostra comunità.
am.ci.